“In Europa ci sono due capitali: Parigi e Napoli”. Lo diceva Stendhal agli inizi dell’Ottocento e parlava della capitale borbonica e di quando era naturale che Napoli fosse a Parigi o Parigi fosse a Napoli. Diciamo spesso che non siamo nostalgici perché non vivevamo in quegli anni e si è nostalgici di quello che si è vissuto. Detto questo, però, chi tra la Napoli di quel tempo carica di primati positivi e di prospettive positive preferisce quella di oggi… o non sta bene o è il figlio magari di qualche attuale politicante di successo.
Così apprezziamo l’eco della mostra “NAPOLI A PARIGI” inaugurata al Louvre in queste ore con 60 delle opere più prestigiose (Caravaggio, Masaccio o Gentileschi, tra gli altri) prestate in Francia durante i lavori di restauro dell’ex reggia dei Borbone (e in attesa che il Louvre ricambi i prestiti). Ci limitiamo solo a ricordare, però, che tra Settecento e Ottocento,  Napoli, con Parigi e forse con Londra, Vienna o Madrid, era una delle più grandi e importanti capitali mondiali per cultura, società ed economia. Un dato semplice e significativo che in molti (al Sud come al Nord e spesso anche a Napoli) fanno quasi fatica a riconoscere…
Gennaro De Crescenzo