In una lunga intervista al Corriere (3/2/22) il giornalista Gad Lerner sostiene diverse tesi a proposito del Sud ma scivola sui soliti luoghi comuni: “in Italia sembra affermarsi una tendenza alla meridionalizzazione del Nord, con il dilagare, per esempio in Liguria o in Lombardia, dell’economia criminale e la formazione di classi dirigenti assai deludenti quando non conniventi”. Quindi, per Lerner, così (giustamente) attento alle discriminazioni di ogni natura, l’Italia sta peggiorando perché sta diventando troppo simile al Sud? Quindi, per Lerner, al Nord non è mai esistita la criminalità? Quindi, per Lerner, le classi dirigenti del Nord non sono mai state “deludenti”? Quindi (solo per fare qualche esempio), gli scandali del Mose a Venezia o dell’Expo o della sanità in Lombardia o quelli delle banche tosco-padane o della stessa tangentopoli milanese sono fake news o è tutta roba di importazione meridionale? Quindi, per conseguenza logica, le questioni meridionali che pure Lerner spesso affronta, tutto sommato sono sempre e comunque “tutta colpa del Sud” e di quei cattivoni di meridionali di lombrosiana memoria? È anche così, purtroppo, che si forma un senso comune anti-meridionale, un senso radicato, diffuso, trasversale (tra leghisti e anti-leghisti) e che, in 160 anni, ha creato (e non ha mai risolto) quelle questioni meridionali.
Gennaro De Crescenzo

Grazie per la segnalazione a Nunzia Sannino