Il prof. Barbero non riesce a stare molto tempo senza parlare di noi neoborbonici e, tutto sommato, è una cosa gratificante e divertente. In questo caso, in un suo video, vuole spiegare le ragioni del voto meridionale ai savoia nel 1946 ma, di fatto, non lo fa e parla del Movimento Neoborbonico (nato solo nel 1993) e dobbiamo ammettere che stavolta lo fa in modo anche rispettoso riconoscendone alcune ragioni e alcuni meriti (e questo è ancora più gratificante e divertente). Diverse, però, le “omissioni e le contraddizioni con i soliti “anche se” tipici degli intellettuali “ufficiali”. In sintesi e per temi…

OSTILITÀ ANTI-SABAUDA E BRIGANTAGGIO

Per Barbero l’ostilità contro i savoia non esisteva, era al limite “abbastanza scherzosa” e lo fu fino a buona parte del Novecento e fino alla nascita dei neoborbonici nel 1993. Dobbiamo ammettere che facciamo una certa fatica a vedere della “scherzosità” nella guerra combattuta dai cosiddetti “briganti” in tutto il Sud per circa un decennio e con centinaia di migliaia di vittime tra morti negli scontri, fucilati, decapitati, incarcerati e deportati (civili e militari, come ha dimostrato in un suo recente e  documentatissimo saggio il prof. Gangemi al quale Barbero non ha mai risposto).
Strano, allora, che Barbero per tutto il suo video non citi mai neanche la parola “brigantaggio” dimenticando anche il suo corregionale piemontese Massimo D’Azeglio: ” e il suffragio universale? Io non so niente di suffragio, so che al di qua del Tronto non ci vogliono sessanta battaglioni e di là sì. Si deve dunque aver commesso qualche errore”.

REFERENDUM
Strano anche il passaggio sul referendum del 1946 nel quale i meridionali “votarono tranquillamente per i savoia”. Qui il prof fa una lettura forse superficiale dei fatti e non tiene conto di alcuni fattori eclatanti.
Napoli era stata governata da una monarchia appena appena per oltre sette secoli (dai Normanni ai Borbone) e la monarchia era più che radicata e, in particolare quella borbonica, anche amata a livello popolare; il referendum, del resto, non era “Savoia o Borbone” ma “monarchia o repubblica”; chi si era opposto ai Savoia durante l’unificazione non ebbe per nulla vita facile: tra processi, arresti, fucilazioni e massacri, le vittime erano state decine di migliaia (il poeta Ferdinando Russo fu portato in tribunale per una sorta di “borbonismo” agli inizi del Novecento solo per una battuta ironica su Garibaldi); le classi dirigenti furono accuratamente selezionate in senso sabaudo e antiborbonico (lo denunciò, indignato, anche Giovanni Gentile); non esisteva, fino al 1946, una storiografia (“in primis” quella scolastica) diversa da quella “ufficiale” e unilaterale, con i Savoia buoni e belli e i Borbone brutti e cattivi e in pochi sapevano i Savoia cosa avevano davvero fatto a Napoli e al Sud. Per fortuna oggi le cose sono cambiate e stanno cambiando con ricerche e verità nuove e sempre più diffuse…
Ecco perché, però, i meridionali nel 1946 votarono per la monarchia…

CLASSI DIRIGENTI
I governi italiani, per Barbero, erano “pieni di ministri meridionali fedelissimi ai savoia” ANCHE SE “ci volle un un poco per vedere ministri della guerra o primi ministri meridionali”. Peccato che il primo premier del Sud sia stato Crispi ben 26 anni dopo l’unificazione (e dopo 26 anni di scelte fondamentali per lo sviluppo delle due Italie). Peccato che dal 1861 ad oggi solo per circa 27 anni abbiano  governato dei premier meridionali. Peccato anche che Barbero si risponda in fondo da solo quando dichiara che i ministri meridionali erano “fedelissimi ai savoia” (e scelti in quanto tali con una selezione delle classi dirigenti che Gentile, come detto, arrivò a definire “spietata” e che riguardava i politici ma anche i maestri, i magistrati o magari i semplici ferrovieri, come rivelano i documenti del Fondo Questura dell’Archivio di Napoli).

– NEOBORBONICI
“Il Movimento Neoborbonico esprime un malessere perfettamente giustificato ANCHE SE secondo me lo esprime in un modo sbagliato creando un passato immaginario ANCHE SE questo non vuol dire che non sia stato giusto modificare certe letture troppo entusiastiche del risorgimento”.
I neoborbonici, allora, esprimono una giusta insoddisfazione per un “dislivello Nord/Sud che non è mai diminuito e che -non è il campo mio- ma ho l’impressione che sia cresciuto” (e qui apprezziamo il doppio passaggio-onestà del prof).
Contraddizioni a parte, ci chiediamo, a questo punto, se sia “immaginaria” anche questa “impressione” del prof o se fosse “immaginario” il dato di Nitti (443 milioni di lire sui 668 complessivi di tutte le banche italiane erano del Sud) o se siano “immaginari” i dati archivistici o quelli delle ricerche di Daniele, Malanima, De Matteo, Fenoaltea, Tanzi, Collet o Davis quando attestano che gli indici relativi a demografia, industrie, redditi medi o pil erano pari o superiori al Sud.
Con la linea seguita durante un famoso dibattito con il sottoscritto su Fenestrelle, Barbero era convinto che i sabaudi non avessero la volontà di “sterminare i meridionali” così com’è convinto oggi che non volessero “saccheggiare o spogliare il Sud delle sue ricchezze”. Allora come oggi ripeto un concetto: ammesso (e non concesso) che non ci fosse quella volontà, di fronte ai morti crescenti o all’impoverimento crescente del Sud i sabaudi avrebbero potuto e dovuto cambiare la loro politica se fossero stati proprio in buona fede…

CONCLUSIONI
Sul finale siamo quasi d’accordo con Barbero quando sostiene che con i neoborbonici si sono “intrecciati tra Nord e Sud complessi di inferiorità e di superiorità”. Il problema è che fino “all’avvento dei neoborbonici” i complessi di superiorità erano al Nord e quelli di inferiorità al Sud in un sistema che di fatto ha creato due Italie. Dal 1993 in poi, invece, anche grazie ai neoborbonici, orgoglio e verità si stanno finalmente diffondendo senza pause e con risvolti importanti per il futuro. Con buona pace degli intellettuali di ieri e di oggi, del Sud come del Nord, che a quel sistema si erano abituati e/o rassegnati e non avevano mai pensato o non pensano di chiedere finalmente un Paese con gli stessi diritti da Torino a Trapani.
Gennaro De Crescenzo

Questo il link del video di Barbero con 350 commenti (40 circa “positivi”, oltre 300 NEGATIVI ed è bene ricordare che è il suo “blog”).

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