Tutti i media mondiali hanno parlato di “imbrogli” a proposito del voto per diventare russi in alcune regioni ucraine: “soldati presenti alle elezioni, schede aperte, premi e punizioni per chi vota bene o male”… Impressionanti le analogie con il famoso plebiscito del 21 ottobre del 1860 (quello che decise l’annessione e che ricordiamo con una delle piazze più belle del mondo). Tutti i cronisti e i testimoni del tempo (anche stranieri) rimasero sconcertati: il voto era palese, camorristi e soldati sabaudi lo controllavano, votarono (più volte) garibaldini, donne e bambini mentre il legittimo re di Napoli Francesco II combatteva ancora sul suo territorio con il suo esercito e iniziava in molte province la guerra di reazione e resistenza “brigantesca”.
Insomma: una farsa, una farsa necessaria per dimostrare il falso e che cioé i popoli delle Due Sicilie volevano l’unificazione.
E c’è ancora qualcuno che ne parla come se fosse stato un vero plebiscito. E c’è ancora qualcuno che si meraviglia per i russi e gli ucraini…
Nell’immagine una “manifestazione” neoborbonica di qualche anno fa
Gennaro De Crescenzo
Tutti i media parlano di imbrogli nello svolgimento dei referendum che si stanno svolgendo nelle autoproclamate repubbliche libere del Donbass.
Tutti i manuali scolastici italiani sono risorgimentalisti per definizione, celebrano l’unificazione italiana sotto i Savoia come il trionfo del sentimento nazionale, esaltano la grandezza dei 4 padri della patria: V. Emanuele, Cavour, Garibaldi e Mazzini.
E, sappiamo bene che quando si tratta di “tutti” non possiamo non credergli. Non è possibile che tutti mentano. Spero di avere sviluppato in maniera coerente il sillogismo, anche se dispero di essere pubblicato. Che delusione!