L’ 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, a molti di noi ricorda l’inizio gioioso delle festività natalizie (presepi, luci e alberi nelle case). Era anche la Festa Nazionale delle Due Sicilie e per diversi aspetti furono Napoli, i Popoli delle Due Sicilie e i Borbone a iniziare un culto ormai famoso nel mondo. Fu Carlo di Borbone con la moglie Maria Amalia a volere quella guglia sormontata dalla statua della Madonna a piazza del Gesù a Napoli. Alla “Immacolatella” fu dedicato, sempre con una statua, l’edificio della Deputazione della Salute al porto (simbolo dell’emigrazione post-unitaria). Proprio l’8 dicembre del 1816 nacque il Regno delle Due Sicilie e decisivo fu il successivo soggiorno a Napoli e a Gaeta di Papa Pio IX nel 1849 durante l’esilio causato dalla repubblica romana: il Papa si rese conto della diffusione popolare di quel culto e davanti alla statua nel Gesù Vecchio, la chiesa della Madonna di Don Placido Baccher (fratello di una delle tante vittime cristiane e borboniche della repubblica napoletana) “venne a pregare nel 1849 e ne trasse celeste impulso a definire il dogma dell’Immacolata” (come si legge su una lapide nella chiesa). Preghiere e ispirazioni divine per il Papa negli stessi giorni anche a Gaeta, davanti alla statua nella chiesa dell’Annunziata. Così l’8 dicembre del 1854, consultati tutti i vescovi del mondo, fu proclamato il dogma della “Beata Vergine Maria immune dal peccato originale sin dalla sua generazione”. Fu Ferdinando II, felice e fiero di questo evento, a finanziare la famosa guglia in piazza di Spagna a Roma. Sempre all’Immacolata Ferdinando dedicò una chiesa a Capodichino dopo che si era salvato dall’attentato del 1856 (lo stesso che, forse, in seguito, lo avrebbe portato alla morte avviando l’unificazione italiana). E sempre l’8 dicembre, durante l’assedio di Gaeta (atto finale della storia delle Due Sicilie), Francesco II avrebbe scritto un suo bellissimo proclama nel quale affidava a Dio la sua Patria augurando ai suoi Popoli “la concordia, la risoluzione, la fede nell’avvenire”. Da evidenziare, allora, un aspetto troppo spesso dimenticato: quello della consacrazione di una intera nazione alla Madonna, patrona della stessa nazione.
Si tratta, allora, di una festa-simbolo di tutta una storia che vide da una parte dei sovrani e dei popoli cattolicissimi e dall’altra un mondo “nuovo” che avrebbe cancellato a volte per sempre molte tradizioni e molti valori in uno “scontro” che per certi aspetti è ancora attuale. Auguri a tutti e che la Madonna “accompagni” sempre i Popoli delle Due Sicilie…
Movimento Neoborbonico
Nella foto la miracolosa Madonna di Don Placido.