In tempi di promesse elettorali e di nuovi governi con i soliti meridionali inseriti nei partiti nazionali e che prometteranno (come ad ogni giro di giostra da oltre 160 anni) di risolvere la questione meridionale, tiriamo fuori da archivi e libri una piccola grande storia, un esempio di come erano le vere classi dirigenti del Sud (e di come furono eliminate nel 1860) e di come dovrebbero essere con qualche elemento prima di tutto culturale: dignità, coerenza, senso di appartenenza, attaccamento ai propri valori, amore per la propria terra e la propria gente.
Nei giorni del ricordo della battaglia del Volturno, stiamo parlando del colonnello dell’esercito delle Due Sicilie Girolamo de Liguoro.
Nell’autunno del 1860, a testa alta e con coraggio, sfilò per le vie di Napoli davanti ai garibaldini con un drappello di uomini in divisa borbonica per raggiungere re Francesco II proprio sul Volturno sapendo di andare a combattere una guerra difficile e preferendo prigioni e morte a carriere facili.
Nei loro occhi una “fierezza frande e quasi sfrontata”… questi non hanno vergogna a dirsi Napoletani”, commentò un tizio sabaudo. E disse, non volendo, una cosa bella ed esatta.
Solo quando saremo riusciti ad avere tanti de Liguoro nei partiti e nei governi, la nostra battaglia per il Sud sarà finalmente e veramente vinta.
Gennaro De Crescenzo